Meglio le classi separate per sesso? [IT] [2004]

[Avvenire, 14/7/2004] Il tabù della cosiddetta coeducazione si sta gradualmente sgretolando, e si moltiplicano gli esperimenti di scuole separate per ragazzi e ragazze, almeno fra i 13 e i 16 anni. Di Cesare Cavalleri 

 

Everett J. Wilson, direttore nella Masters School di New York, ha recentemente spiegato sul “New York Times” che cosa succede nella sua scuola che è privata e inizialmente era solo femminile. Nel 1996 divenne mista, ma ora ragazzi e ragazze studiano in classi separate a partire dalla prima media. L’età critica degli adolescenti, spiega Wilson, prima erano i 17 anni, adesso sono i 13, e l’insegnamento differenziato consente di adeguarsi al diverso sviluppo e temperamento dei ragazzi e delle ragazze. Un esempio è dato dai commenti degli alunni al “Diario” de Anna Frank: in una classe mista le ragazze si identificano con l’autrice, mentre i ragazzi sorridono o si annoiano. In classi separate, le une e gli altri seguono il tema con attenzione. A parte gli aneddoti, “la separazione per sesso”, secondo il “Times”, “tiene conto dei differenti modi di apprendimento dei ragazzi e delle ragazze; del diverso ritmo del loro sviluppo fisico, emozionale e cognitivo; del tumulto ormonale della pubertà, quando la parte del cervello che governa il criterio è ancora in formazione; e dell’effetto di una cultura erotizzata che ha abbassato ai 13 anni quelli che una volta erano i 17. Si verifica anche che le ragazze che ricevono lezioni di matematica e di scienze per loro sole, acquistano fiducia, mentre i ragazzi sperimentano un analogo miglioramento nelle materie umanistiche”.

Le opinioni degli alunni sono dello stesso tenore. “Siamo molto diversi alla nostra età”, dice una ragazza di nome Lauren Bernstein. “Stiamo formando noi stessi e la separazione ci aiuta a essere più aperti”. Sua sorella Alyssa ricorda che, vedendo un film “di autisti ubriachi”, una ragazza si mise a gridare scatenando una reazione per cui tutte finirono per scoppiare a piangere. Nella classe dei ragazzi, invece, raconta Noel Capozzalo, “ci piegammo in due dal ridere” nel sapere che cosa era successo con le ragazze: “Ci sembrava ridicolo che se la fossero presa tanto”.

Anche in Inghilterra la separazione sta guadagnando terreno. In almeno nove scuole –tre delle quali molto prestigiose- ragazzi e ragazze sono in classi separate dagli 11 ai 16 anni. E l’insegnamento differenziato tende a diffondersi anche prima di quell’età.

Negli Stati Uniti l’amministrazione Bush ha reso flessibili le norme delle scuole pubbliche per consentire la sperimentazione sull’insegnamento differenziato. Michael Thompson, psicologo in una scuola maschile e autore dei libri “Educare Caino: come proteggere la vita emotiva dei ragazzi”, e “Parlando di ragazzi”, assicura che, durante l’adolescenza, nel confrontarsi con le ragazze nella scuola secondaria i ragazzi si vedono “difettosi”, e finiscono per diventare “intrattabili e risentiti”.

L’educazione differenziata giova alle ragazze, secondo Carol Gilligan, dell’Università di New York e autrice di diversi libri sulla psicologia delle adolescenti: “Le ragazze di 11 anni hanno fiducia in se stesse, mentre a 16 anni sono confuse”, sostiene la psicologia, convinta che le ragazze saranno più creative e audaci da adulte se nell’adolescenza ricevono un’educazione differenziata.

Insomma, provare per credere. E discutere senza pregiudizi.